Ci si confronta a gruppi sulle “aspettative” dei genitori nei confronti del catechismo parrocchiale, sui “risultati” attesi. Aspetti che emergono:
- rafforzare i principi cristiani
- diventare misericordiosi e altruisti, pensare meno per sé
- fare esperienza di condivisione con gli altri ragazzi
- avere buoni ricordi da conservare
- diventare capaci di “raccontare” la propria fede
- essere accolti nella comunità, nella parrocchia sentirsi un po’ “a casa”
- fare un’esperienza gioiosa
- trovare un riferimento importante
- riuscire a coinvolgere maggiormente i ragazzi durante la Messa al fine di farli appassionare al vangelo
- necessità che le catechiste siano a Messa con i ragazzi
- vivere il catechismo come un cammino e come cura di un germoglio
- sviluppo di quello che è iniziato col Battesimo
- messaggi della società diversi e anche opposti rispetto a quelli che si trasmettono.
Nel confronto che segue si tratta soprattutto l’aspetto della Messa, ci si confronta sul fatto che sia lunga e faticosa e che i ragazzi non siano abbastanza valorizzati e coinvolti nel corso della celebrazione .
Don Antonio insiste sul significato profondo di quello che nella sua sostanza è un incontro con Gesù Cristo, pur con tutte le esigenze di mediazione per farlo comprendere e vivere ai ragazzi.
Si deve anche tenere conto del cambiamento di cultura e mentalità, la parrocchia è solo uno dei tanti riferimenti, i ragazzi che vengono vivono accanto ad altri ai quali (e soprattutto alle loro famiglie) la proposta cristiana non interessa.
Altro aspetto da considerare: se il rapporto con il “sacro” avviene solo in Chiesa e al catechismo, ma per il resto della settimana non ci sono spazi e attenzioni per la preghiera, se non c’è la presenza di qualche “segno cristiano” nella vita quotidiana familiare, il rischio è che – quando in chiesa e al catechismo si fa riferimento a Dio, a Gesù Cristo, al Vangelo – si parli di cose estranee a tutto il resto della vita dei ragazzi.
D’altra parte, anche la valorizzazione della partecipazione dei ragazzi alla Messa della domenica ha bisogno di essere accompagnata non solo dalle catechiste, ma anche dai genitori. Coinvolgere i ragazzi in piccoli gesti (offertorio, preghiere dei fedeli…) ha bisogno di cura da parte di adulti che li affiancano, in primo luogo di genitori.
Qualcosa di questo lo stiamo facendo, come la Liturgia della Parola dedicata ai ragazzi in alcune domeniche di Avvento e Quaresima, lo stare insieme attorno all’altare per il Padre nostro.
Tutto questo – con tutti i miglioramenti possibili – ha senso se lo viviamo con l’obiettivo di familiarizzare i ragazzi con la Liturgia, per vivere la Messa della prima Comunione non come un punto di arrivo (perché “si deve fare”) ma come l’avvio di una partecipazione più consapevole e attiva. E questo dipende dai genitori non meno che dalla parrocchia.
Nel prossimo incontro (martedì 19 febbraio) proseguiremo il confronto sulla seconda parte del piccolo questionario – quali ritengo siano i valori del Vangelo più distanti dalla mentalità della società in cui viviamo? – che non abbiamo fatto in tempo a esaminare, e poi è stato proposto – ci pare trovando una buona disponibilità – di restare insieme a cena (ognuno porta qualcosa da condividere insieme) per conoscerci meglio e dare allo stare insieme un tono accogliente, amichevole e familiare.
Un caro saluto da don Antonio
Calci, 23 gennaio 2018
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