Le tentazioni che nel deserto il diavolo (= colui che divide) fa a Gesù, riguardano tre fondamentali aspetti della nostra vita: il rapporto con le cose, la relazione con Dio, i legami sociali.
Il diavolo stuzzica Gesù perché cominci a usare i poteri del suo essere Figlio di Dio, a cominciare dal trasformare le pietre in pane. È il desiderio delle cose, del possedere, dell’accumulare per sé. Viene in mente “la roba” di un romanzo di Verga. Ma penso anche a quei politici che vengono trovati con le mani nel sacco (anche di recente, al Parlamento europeo). Cogliamo lo spunto e la provocazione di una Quaresima sobria, essenziale, in cui imparare a “fare a meno”. Ognuno di noi sa e decide di che cosa, per camminare più leggeri verso la Pasqua, per incontrare meglio Dio e il prossimo.
La seconda tentazione, se la capiamo bene, è forse la più devastante e deviante dal retto pensare, dal retto vivere: avere Dio al proprio servizio, sottomesso al nostro volere. Come ci garberebbe! E come talvolta ci proviamo, quando pensiamo che pregare sia dare consigli a Dio perché le cose vadano in un certo modo, perchémi succeda questo anziché quello, perché sia fatta la mia anziché la sua volontà. Per contrastare questa tentazione proviamo a fare di questa Quaresima un tempo di preghiera autentica, prima di tutto con l’ascolto della Parola e quindi con l’obbedienza profonda, autentica e sofferta, alla volontà di Dio. Mettiamo al giusto posto Dio e noi: Lui “sopra” e noi “sotto”: umili, poveri e peccatori davanti all’Altissimo… e sarà questo il modo per incontrarlo Padre misericordioso.
La terza tentazione è la conquista di potere, di un qualche potere, di contare, di passare avanti… accettando compromessi che sono idolatria. Perché l’idolo è ciò a cui si sacrificano cose, persone, se stessi in vista di un tornaconto individuale: gli altri come mezzo e non come fine, al contrario di quello che affermava il filosofo Kant. E di qui il nostro modo di stare nella società e di svolgere il nostro lavoro, come intendiamo la politica e l’economia, cosa pensiamo della pace e delle migrazioni… Se gli altri sono per noi degli estranei, oppure dei potenziali rivali o nemici, oppure fratelli e sorelle…
Tante volte noi chiediamo a Dio, lamentandoci di ciò che non va, di far andare meglio le cose. Lo diceva anche don Camillo, nelle sue conversazioni col crocifisso: “Gesù, al mondo ci son troppe cose che non funzionano”. E Gesù risponde: “Non mi pare. Al mondo ci sono soltanto gli uomini che non funzionano”.
Nei quaranta giorni di questa Quaresima, proviamo a fare qualcosa per funzionare un po’ meglio noi: nel nostro modo di pensare alle cose, nella nostra relazione con Dio.
Buona prima domenica di Quaresima!
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