Non è un caso che si sia scelto un venerdì di Quaresima per digiunare e pregare per la pace, in particolare per la Repubblica Democratica del Congo e il Sud Sudan. Una giornata, quella di oggi, che papa Francesco ha voluto appunto dedicare a questi due Paesi dell’Africa fiaccati dalla fame e dagli scontri interni, troppo spesso dimenticati. Sollecitando tutti a rispondere alla domanda: «Cosa posso fare io per la pace?». E proprio partendo da questo grido, il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della CEI, in un editoriale sull’Osservatore Romano, scrive che «la prima risposta è ispirata dal comandamento di Dio: non uccidere». Che vuol dire non uccidere moralmente chi è diverso, politicamente l’avversario, «non uccidere con la forza delle armi in ogni controversia internazionale».
Lo spunto è un libro di don Primo Mazzolari “Tu non uccidere”, che porta il cardinale ad allontanare per chi parla di pace la definizione di «buonista», anzi. «Chi si sforza per costruire un mondo di pace, in cui venga riconosciuta ovunque la dignità della persona umana – continua – è invece un eroe dei nostri giorni». E sono tante le persone che hanno voluto rispondere all’appello di papa Francesco, a partire dall’associazionismo, organizzando veglie di preghiera.
PREGHIERA PER LA PACE di Papa Francesco
Abbiamo provato tante volte e per tanti anni
a risolvere i nostri conflitti con le nostre forze
e anche con le nostre armi;
tanti momenti di ostilità e di oscurità; tanto sangue versato;
tante vite spezzate;
tante speranze seppellite…
Ma i nostri sforzi sono stati vani.
Ora, Signore, aiutaci Tu!
Donaci Tu la pace, insegnaci Tu la pace,
guidaci Tu verso la pace.
Apri i nostri occhi e i nostri cuori
e donaci il coraggio di dire: “mai più la guerra!”;
“con la guerra tutto è distrutto!”.
Infondi in noi il coraggio
di compiere gesti concreti per costruire la pace.
Signore, Dio di Abramo e dei Profeti,
Dio Amore che ci hai creati e ci chiami a vivere da fratelli,
donaci la forza per essere ogni giorno artigiani della pace;
donaci la capacità di guardare con benevolenza
tutti i fratelli che incontriamo sul nostro cammino.
Rendici disponibili ad ascoltare il grido dei nostri cittadini
che ci chiedono di trasformare le nostre armi in strumenti di pace,
le nostre paure in fiducia e le nostre tensioni in perdono.
Tieni accesa in noi la fiamma della speranza
per compiere con paziente perseveranza
scelte di dialogo e di riconciliazione,
perché vinca finalmente la pace.
E che dal cuore di ogni uomo siano bandite queste parole:
divisione, odio, guerra!
Signore, disarma la lingua e le mani,
rinnova i cuori e le menti,
perché la parola che ci fa incontrare sia sempre “fratello”,
e lo stile della nostra vita diventi:
shalom, pace, salam!Amen.